Il Castello di Spigno

La parte più alta di Spigno Saturnia è dominata dai ruderi del Castello Medioevale, una poderosa fortezza interamente costruita in pietra locale, con alta torre quadrata e torrioni laterali. La rocca sorge nella parte più alta dell’abitato di Spigno, su un pendio orientale scosceso del Monte Petrella, sui Monti Aurunci a controllo dei traffici della via Ercolanea.

Intorno all’anno Mille una famiglia di origine normanna, di cui non si conosce il nome, costruì il “Castrum” (fortezza), ponendo le sue fondamenta su uno sperone di roccia a forma trapezoidale. Tutto l’impianto è circondato da una cinta muraria, munita di torri di guardia e di torrioni laterali.
Nel corso dei secoli, il Castello subì notevoli danneggiamenti. Nel 1690, della fortezza rimaneva in piedi soltanto l’alta torre quadrata con gli edifici in rovina, compresa la chiesa di San Lorenzo, sita all’interno dell’impianto, nella cripta della quale si notano ancora oggi tracce di affreschi probabilmente di scuola benedettina. Abolita la feudalità (1806) il Castello divenne proprietà privata e da allora le strutture murarie subirono un progressivo abbandono. Alla fine di gennaio del 1944, a causa delle operazioni di guerra lungo la vicinissima linea “Gustav”, i Tedeschi fecero saltare in aria l’alta torre, causando danni irreparabili alle restanti parti dell’impianto. Oggi restano i due torrioni cilindrici

La Cattedrale di San Pietro

La Cattedrale di San Pietro segnalata da una grande scalinata porticata merita decisamente una visita per le meravigliose opere d’arte che ospita : il candelabro del cero pasquale in opera musiva, il pergamo a cassa quadrangolare con scaletta scolpita a bassorilievo, probabile opera di Peregrino da Sessa; presso l’altare maggiore affreschi barocchi e quattrocenteschi. Un ambiente a tre navate che si trova al di là del coro separato da un muro poggia su pilastri con archi ogivali , soffitto a capriate e ospita opere di Francesco De Mura e affreschi seicenteschi di gusto popolare. Da qui è possibile accedere ad un ulteriore ambiente sotterraneo adibito a sepolture.

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[leaflet-marker visible lat=41.329740957484674 lng=13.735238313674929] Il pozzo della neve[/leaflet-marker]

Il Castello di Minturno

Il Castello si erge nella parte sud-ovest della cima di Minturno, seguendo la conformazione naturale della rocca. È costituito da un torrione cilindrico, un camminamento di ronda e un porticato interno con archi ogivali che ricordano le strutture tardo-romantiche amalfitane. L’edificio appare oggi nelle forme architettoniche stratificatesi nei secoli.

Il castello era dotato di una torre alta 60 metri, semidistrutta da un fulmine nell’800. Nell’angolo sud-est si apre l’ingresso da cui si entra in un androne che immette in un piccolo cortile con porticato a sesto acuto e finestre bifore. A sinistra è presente una comoda scalinata che dà accesso alle stanze e alla grande Sala dei Baroni.

Il castello venne danneggiato nel 1799 dai francesi e nel corso dell’ultimo conflitto mondiale.

Secondo recenti ricerche, la costruzione del Castello è da attribuirsi al vescovo Leone (IX secolo circa), che troviamo menzionato nella Carta Originale Cassinese n. 5 dell’839.
Rappresentò la residenza dei più nobili personaggi vissuti a Traetto, che dal 1879 ha assunto la denominazione di Minturno. Nel 1105 passò a Riccardo dell’Aquila e nel XIII secolo fu residenza dei
Caetani. Nel secolo XVI appartenne alla più bella donna d’Italia, Giulia Gonzaga, contessa di Traetto e di Fondi, quindi a Isabella Colonna. Il 7 gennaio 1689 morì senza eredi don Nicola Guzman-Carafa, figlio primogenito di Donna Anna Carafa e del duca Medina de las Torres, viceré di Napoli dal 1637 al 1644. I beni del principe di Stigliano, Guzman, incluso il Castello, furono incamerati dalla Regia Camera e successivamente banditi in pubblica asta. Dal 1693 al 1948 il Castello fu sede dei Caracciolo-Carafa. Successivamente, il Principe Giovanbattista Caracciolo-Carafa donò parte del Castello all’Ente Morale per gli Asili d’Infanzia di Minturno, affinché fosse adibito «a scopo veramente educativo di apostolato e di cultura».

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